Aiuti alle mamme single: Bonus e detrazioni 2025
In un contesto in cui il sostegno alle famiglie è al centro del dibattito politico, la Legge di Bilancio 2025 introduce una serie di agevolazioni che possono fare la differenza anche per le mamme single. Sebbene molte misure siano destinate a tutti i nuclei familiari, numerosi interventi (da bonus una tantum a sgravi contributivi e detrazioni fiscali) rappresentano un sostegno concreto per chi gestisce la famiglia da sola. Di seguito esploriamo le principali novità, integrandole con riflessioni e riferimenti normativi.
Indice
- Assegno Unico Universale per le famiglie
- Bonus mamme lavoratrici 2025. Cos’è e come richiederlo
- detrazioni fiscali e agevolazioni Irpef per figli a carico
- misure di sostegno al reddito
- agevolazioni per servizi essenziali
- riflessioni conclusive
Assegno Unico Universale per le famiglie
L’Assegno Unico Universale, introdotto con la Legge Delega 46/2021 ed entrato in vigore il 1° marzo 2022, rappresenta oggi il principale strumento di supporto economico per tutte le famiglie con figli a carico. Questa misura, che copre il periodo dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21° anno di età per i figli (senza limiti per quelli con disabilità), sostituisce numerosi bonus e detrazioni precedenti, come:
- Bonus bebè;
- Premio alla nascita;
- assegni comunali.
Per chi ha percepito l’Assegno Unico nel 2024, il mantenimento del beneficio è garantito semplicemente mediante il possesso di un ISEE valido per il 2025 da presentare entro il 28 febbraio, senza necessità di ulteriori istanze. In caso contrario, dal 1° marzo verrà erogato l’importo minimo, pari a circa 57 euro. In ogni ca, si ha tempo fino al 30 giugno 2025 per inoltrare l’ISEE aggiornato e ricevere gli arretrati maturati a partire da marzo.
Coloro che non percepivano l’Assegno Unico, invece, dovranno presentare domanda attraverso:
- online all’INPS, attraverso il servizio dedicato;
- contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico);
- tramite enti di patronato, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
L’Assegno Unico Universale si distingue per la sua natura “universale” perché eroga una prestazione economica a prescindere dal reddito familiare. Infatti, anche chi non presenta l’ISEE o supera la soglia massima può richiedere l’assegno, ottenendo automaticamente la quota minima di € 57,00.
Le soglie ISEE previste, vanno da un minimo di € 17.090,61 al di sotto della quale si percepisce fino a € 199,40 mensili, per ogni figlio minorenne; a un massimo di € 45.574,96 oltre la quale si percepisce la quota minima (per ciascun figlio minorenne).
Tra le innovazioni per il 2025, spicca l’esclusione dell’Assegno Unico dal computo dell’ISEE. Questa modifica permette a un maggior numero di famiglie di accedere a benefici integrativi, come il Bonus asilo nido, senza che l’importo percepito influenzi negativamente la valutazione economica complessiva. Inoltre, l’INPS ha introdotto il Sistema Unico di Gestione IBAN (SUGI), un meccanismo che semplifica la registrazione e la modifica delle coordinate bancarie, rendendo più rapido e sicuro l’accredito delle prestazioni.
Riferimenti normativi
I dettagli operativi e le modalità di applicazione dell’Assegno Unico Universale per il 2025 sono stabiliti nel testo della Legge di Bilancio 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e nelle circolari operative emesse dall’INPS, come quelle relative alla gestione dell’ISEE e all’implementazione del SUGI.
Queste misure, concepite per semplificare le procedure e ampliare l’accesso ai benefici per le famiglie, rappresentano un pilastro del sistema di welfare attuale e costituiscono un supporto essenziale anche per le mamme single, contribuendo a garantire stabilità economica e sicurezza per il futuro dei figli.
Bonus mamme lavoratrici 2025: cos’è e come richiederlo
La Legge di Bilancio 2025 conferma il cosiddetto Bonus Mamme, già introdotto con la finanziaria del 2023, e lo adatta alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Questa misura di sostegno, rivolta esclusivamente alle madri lavoratrici, si traduce in uno sgravio sui contributi previdenziali a carico delle madri, contribuendo a migliorare il salario netto senza intaccare i futuri diritti pensionistici.
Cosa prevede il “Bonus Mamme” 2025?
Il bonus rimane un incentivo per le madri titolari di un rapporto di lavoro, ma con alcune novità rilevanti:
- estensione della platea. Oltre alle lavoratrici a tempo indeterminato, la misura viene ora estesa anche alle madri con contratti a tempo determinato e ad alcune lavoratrici autonome (con almeno due figli);
- limite di reddito. Per accedere al beneficio, il reddito (o l’imponibile ai fini previdenziali) non deve superare i 40.000 euro annui;
- modalità di esonero. Per le madri con due figli, il bonus consiste in un esonero contributivo parziale fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Al contrario, per le madri con tre o più figli, la misura prevede l’esonero totale (almeno fino al 2026) e, a partire dal 2027, questo beneficio continuerà fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo.
Il beneficio è concepito per ridurre l’impatto dei contributi previdenziali sulla retribuzione, senza alterare il computo delle future prestazioni pensionistiche. Dalla misura sono escluse:
- lavoratrici domestiche (come colf e badanti);
- partite Iva che aderiscono al regime forfettario;
- chi ha già beneficiato dell’esonero previsto nella Legge di Bilancio 2024.
Come richiedere il bonus: scadenze e pagamenti
Anche per il 2025, l’esonero contributivo per le lavoratrici madri non è automatico: per accedere al beneficio, è necessario presentare domanda seguendo queste modalità:
- richiesta al datore di lavoro. Le lavoratrici dipendenti possono inoltrare la domanda direttamente al proprio datore, allegando i codici fiscali dei figli;
- portale INPS. In alternativa, è possibile presentare la richiesta autonomamente attraverso il sito dell’INPS, compilando l’apposito modulo digitale.
Calendario dei pagamenti:
- la prima erogazione è prevista per marzo 2025, con il pagamento degli arretrati relativi a gennaio e febbraio;
- per le madri che avranno un secondo figlio durante l’anno (nuovi nati nel 2025), l’esonero contributivo scatterà dal mese successivo alla nascita.
Attenzione ai Requisiti
Il beneficio è riservato a chi soddisfa i criteri di accesso, come definiti dalla normativa vigente. Per evitare ritardi, si raccomanda di presentare la domanda entro i termini previsti e di verificare l’aggiornamento dei dati anagrafici dei figli sul sistema INPS.
Le modalità potrebbero subire variazioni in base a eventuali disposizioni legislative successive. Per conferme, consultare sempre i canali ufficiali INPS o rivolgersi a un consulente del lavoro.
Un sostegno concreto per le mamme single
Questa misura assume particolare importanza per le madri single, che spesso si trovano a dover affrontare da sole il doppio onere economico e gestionale. Grazie al Bonus mamme 2025, queste lavoratrici potranno beneficiare di uno sgravio che contribuisce a ridurre i costi del lavoro, migliorando il reddito disponibile e rendendo più sostenibile la gestione familiare.
Il Bonus mamme lavoratrici 2025 rappresenta così un ulteriore passo verso un sistema di welfare più inclusivo, in grado di offrire un supporto mirato alle esigenze delle famiglie, specialmente a quelle in cui una sola madre si occupa di garantire il benessere e la crescita dei propri figli.
Bonus mamme disoccupate (Bonus Rosa)
Si tratta di una nuova misura che ha l’obiettivo di fornire un supporto economico alle donne disoccupate o a basso reddito. Il cosiddetto Bonus Rosa prevede, infatti, un sostegno mensile di 800 euro per chi ha un ISEE inferiore a 15.000 euro e 700 euro per fasce ISEE fino a 40.000 euro. Questa misura offre, dunque, un supporto diretto a chi si trova in condizioni di particolare vulnerabilità economica, fornendo un aiuto essenziale per sostenere le spese quotidiane.
Per accedere a questo bonus bisogna avere un reddito annuo inferiore a circa 28.400,51 euro.
Detrazioni fiscali e agevolazioni Irpef per figli a carico
Le famiglie, in particolare le madri single, possono contare su un ventaglio di agevolazioni fiscali pensate per alleviare i costi legati alla crescita e all’istruzione dei figli. Con la Legge di Bilancio 2025, il legislatore ha introdotto importanti novità che ridisegnano le detrazioni per spese scolastiche e ridefiniscono i criteri per i figli a carico, con l’obiettivo di rendere il sistema più equo e mirato:
Detrazioni per spese scolastiche: novità 2025
La Legge di Bilancio 2025 introduce significativi aggiornamenti per le detrazioni fiscali relative alle spese di istruzione, rivolte dalla scuola dell'infanzia all'università, e per altri oneri collegati alla frequenza scolastica. Queste modifiche mirano a offrire un sostegno più ampio alle famiglie, con benefici che si rifletteranno nella dichiarazione dei redditi del 2026 per le spese sostenute nel 2025.
Cosa prevede la misura?
- innalzamento del tetto massimo. L’importo massimo detraibile per ciascun alunno o studente passa da 800 a 1.000 euro. Ciò vale per le spese relative alla frequenza di scuole dell'infanzia, del primo ciclo e delle scuole secondarie di secondo grado, comprese quelle degli istituti paritari;
- detrazione del 19%. Le spese ammissibili vengono detratte nella misura del 19% della spesa totale sostenuta durante l’anno d’imposta.
Sono detraibili le spese quali:
- tasse d'iscrizione e di frequenza, inclusi i contributi obbligatori e volontari deliberati dagli istituti scolastici;
- servizi scolastici integrativi, come mensa, pre/post scuola, gite scolastiche, assicurazioni e attività extracurricolari;
- spese per il trasporto scolastico e abbonamenti ai trasporti pubblici;
- costi sostenuti per l’acquisto di materiale scolastico e libri, come chiarito dalla circolare 3/E dell'Agenzia delle Entrate del 2016.
Specifiche per alcune categorie
- Università. Per le università pubbliche non è previsto un tetto massimo, mentre per quelle non statali le spese detraibili sono soggette al limite fissato da un decreto del Ministero dell'Università e della Ricerca;
- licei musicali e conservatori. Oltre alle spese scolastiche, è previsto un bonus per l'acquisto di strumenti musicali: si può detrarre il 65% del prezzo pagato, fino a un massimo di 2.500 euro;
- affitto per studenti fuori sede. È prevista una detrazione fino a 2.633 euro per le spese di affitto.
Come richiedere la detrazione
Le spese scolastiche devono essere documentate con metodi di pagamento tracciabili (ricevute bancarie, MAV o versamenti tramite PagoPA). Nel momento della dichiarazione dei redditi (compresa la modulistica 730) è possibile indicare le spese sostenute per l’istruzione dei figli. Se il pagamento è stato effettuato direttamente alla scuola, non è necessaria una delibera scolastica; al contrario, se il pagamento è stato effettuato a terzi, sarà richiesta un’attestazione dell’istituto.
Queste novità, introdotte con l’articolo 1, comma 13, della Legge di Bilancio 2025, rappresentano un ulteriore tassello nel sostegno alle famiglie, contribuendo a rendere più agevole l’accesso alle detrazioni fiscali e a promuovere l’istruzione dei figli in modo più equo.
Detrazioni solo per figli under 30
Con la Legge di Bilancio 2025, le agevolazioni fiscali per i figli a carico subiscono un’importante revisione: dal prossimo anno, le detrazioni saranno riconosciute esclusivamente per i figli con un’età inferiore a 30 anni (fino a 29 anni e 364 giorni), fatta eccezione per i figli con disabilità che, in base alla Legge 104/1992, continueranno a beneficiare delle agevolazioni indipendentemente dall’età.
Cosa cambia?
Il nuovo regime si concentra nel fornire sostegno alle famiglie con figli giovani. Per poter essere considerato fiscalmente a carico, il figlio non deve percepire un reddito annuo superiore a 2.840,51 euro; tuttavia, per i figli fino a 24 anni questo limite sale a 4.000 euro. Se il reddito supera tali soglie, il diritto alle detrazioni decade.
Ampliamento delle categorie e condizioni di applicazione
Oltre ai figli naturali, la nuova normativa estende il beneficio anche ai figli adottivi, affidati, affiliati e ai figli conviventi del coniuge deceduto. Per quanto riguarda il calcolo delle detrazioni, le spese scolastiche e relative oneri sono deducibili al 19% delle spese totali sostenute, con limiti massimi differenziati in base all’età del figlio:
- per i figli di età inferiore a 3 anni, l’importo massimo detraibile è di 1.220 euro;
- per i figli dai 3 anni in su, il tetto scende a 950 euro.
Tali importi subiranno una progressiva riduzione qualora il reddito complessivo del genitore si avvicini o superi determinate soglie, con il limite di reddito rimasto invariato.
Altre specifiche
Le nuove regole prevedono anche restrizioni per le detrazioni relative ad altri familiari a carico: ora, infatti, tali agevolazioni sono riservate esclusivamente ai figli e agli ascendenti conviventi (genitori, nonni e bisnonni), escludendo generi, nuore, suoceri e fratelli. Inoltre, per i figli che rientrano nella fascia 18-21 anni, le detrazioni fiscali non saranno più riconosciute, poiché questi benefici sono ora coperti dall’Assegno Unico Universale.
Infine, l’Agenzia delle Entrate chiarirà in futuro se i figli che non beneficiano né delle detrazioni né dell’Assegno Unico possano comunque accedere ad altre agevolazioni fiscali, come esenzioni sui benefit o sconti sulle addizionali regionali e comunali.
Queste modifiche, introdotte dall’art. 12 del TUIR in linea con la Legge delega di riforma fiscale 111/2023, mirano a concentrare il sostegno fiscale sulle famiglie con figli giovani, garantendo al contempo una maggiore equità nella distribuzione delle risorse.
Misure di sostegno al reddito
La Legge di Bilancio 2025 introduce una serie di misure per rafforzare il reddito delle famiglie, con un focus specifico su sostegni economici, integrazioni salariali e agevolazioni per i genitori, in particolare per le madri single.
Carta per i nuovi nati: sostegno economico per l’inizio della vita
La "Carta per i nuovi nati", nota anche come Bonus nuove nascite o Bonus bebè, rappresenta una misura fondamentale per alleggerire le spese iniziali legate all’arrivo di un bambino. Introdotta e potenziata dalla Legge di Bilancio 2025, questa iniziativa mira a sostenere le famiglie – incluse quelle delle mamme single – offrendo un contributo una tantum che può essere utilizzato per acquistare alimenti specifici, pannolini, abbigliamento e prodotti per l’igiene del neonato.
Cosa prevede la misura?
Dal 2025, per ogni bambino nato, adottato o affidato, le famiglie con un ISEE inferiore a 40.000 euro avranno diritto a un bonus di 1.200 euro, in aumento rispetto ai 1.000 euro degli anni precedenti. La misura non richiede il possesso di ulteriori figli nel nucleo familiare, eliminando così un vincolo che in passato limitava l’accesso all’intero beneficio.
Modalità di erogazione e utilizzo
La carta prepagata è emessa da Poste Italiane o da istituti bancari convenzionati. Il beneficio, erogato una tantum, può essere utilizzato esclusivamente presso esercizi convenzionati (sia fisici che online) per l’acquisto di prodotti essenziali quali alimenti per l’infanzia, pannolini, abbigliamento e articoli per la cura del neonato. La carta resta valida fino al compimento del terzo anno di vita del bambino, o per tre anni a partire dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento, garantendo così un supporto economico concreto nei primi anni cruciali.
Requisiti e procedura di richiesta
Per accedere al bonus è necessario che:
- almeno uno dei genitori richiedenti deve risiedere in Italia;
- il nucleo familiare presenti un ISEE, aggiornato, inferiore a 40.000 euro annui;
- Il bambino sia nato, adottato o affidato a partire dal 1° gennaio 2025.
La domanda può essere presentata online attraverso il portale INPS oppure tramite i CAF convenzionati. È indispensabile verificare l’ISEE e compilare correttamente la modulistica, seguendo le istruzioni che l’INPS pubblicherà a breve tramite un decreto attuativo.
Novità per il 2025
Rispetto agli anni precedenti, la Legge di Bilancio 2025 introduce due importanti aggiornamenti:
- incremento dell’importo. Il bonus passa da 1.000 a 1.200 euro, offrendo un sostegno più robusto alle famiglie in difficoltà economica;
- esclusione dell’Assegno Unico dal calcolo dell’ISEE. Dal 2025, le somme percepite come Assegno Unico non concorreranno più a formare il valore ISEE (per il calcolo del Bonus bebè), ampliando così la platea dei beneficiari e permettendo a un maggior numero di famiglie di accedere al massimo importo previsto.
Questa misura, pur non essendo riservata esclusivamente alle mamme single, si rivela particolarmente preziosa per chi si trova a gestire da solo l’economia familiare, contribuendo a coprire le spese iniziali essenziali per il benessere del neonato.
Integrazioni salariali 2025: aggiornamenti e nuove modalità
La nuova Legge di Bilancio introduce importanti aggiornamenti per le prestazioni di integrazione salariale e le indennità di disoccupazione, così come definito dalla Circolare n. 25 del 29 gennaio 2025. Questi cambiamenti interessano vari settori e hanno impatti diretti sia sui lavoratori che sulle aziende, fornendo riferimenti utili anche per le mamme single che, come parte integrante della forza lavoro, possono beneficiare indirettamente di tali misure. Ecco una sintesi delle principali novità:
- integrazione salariale per CIGO, CISOA e CIGS
- trattamenti ordinari e straordinari
- oper le prestazioni di integrazione salariale ordinaria (CIGO), per gli operai agricoli (CISOA) e per quelle straordinarie (CIGS), i nuovi importi massimi mensili sono stati aggiornati;
- ol’importo lordo standard è fissato a circa 1.404,03 euro, mentre, applicando una riduzione del 5,84%, l’importo netto ammonta a circa 1.322,05 euro;
- settore edile e lapideo. In caso di intemperie stagionali, che impattano sul settore edile e lapideo, gli importi vengono aumentati del 20%, con un importo lordo che raggiunge i 1.684,85 euro e un netto pari a circa 1.586,45 euro;
- settore agricolo. Le regole specifiche per il settore agricolo rimangono in vigore, applicandosi al di fuori del massimale generale;
- trattamenti ordinari e straordinari
- fondi di solidarietà e misure di credito
- fondo credito e assegni
- le nuove disposizioni regolamentano l’erogazione di un assegno integrativo che varia in base alla retribuzione, con massimali che oscillano da circa 1.388,33 euro (per redditi inferiori a 2.556,24 euro) fino a 2.021,60 euro (per redditi superiori a 4.040,78 euro);
- l’assegno emergenziale, destinato alle fasce retributive più elevate (oltre 64.411,27 euro annui), raggiunge importi lordi fino a 4.508,43 euro;
- credito cooperativo e fondo tributi erariali. Il credito cooperativo prevede massimali per l’assegno emergenziale che variano da circa 2.582,40 euro netti fino a 4.290,43 euro, mentre il Fondo Tributi Erariali applica fasce identiche;
- fondo credito e assegni
- indennità di disoccupazione e altre misure
- NASPI e DIS-COLL. Per entrambe le indennità, la retribuzione di riferimento è stata fissata a circa 1.436,61 euro, con un massimo mensile di circa 1.562,82 euro;
- disoccupazione agricola e lavoratori dello spettacolo. Il settore agricolo mantiene l’importo massimo di 1.392,89 euro, mentre per i lavoratori dello spettacolo l’indennità giornaliera è fissata attorno a 56,87 euro;
- ISCRO. L’indennità straordinaria varia da 252 a 806,40 euro mensili, in relazione a un reddito di riferimento di 12.648 euro annui;
- assegno per attività socialmente utili. Per chi svolge attività socialmente utili, l’assegno mensile è stabilito a 697,43 euro, con la particolarità di non subire la riduzione del 5,84%.
Riferimenti normativi e contesto
Questi aggiornamenti derivano dall’adeguamento all’indice ISTAT dei prezzi al consumo (come previsto dall’articolo 3 del DLgs 148/2015) e integrano le modifiche già avviate dalla Legge di Bilancio 2022. Le riduzioni previste dalla Legge 41/1986 rimangono applicabili solo in situazioni specifiche, come indicato nelle tabelle di riferimento.
L’insieme di queste misure è studiato per rafforzare il sostegno al reddito e migliorare la stabilità economica dei lavoratori, contribuendo a una maggiore resilienza del mercato del lavoro. Per le mamme single, che spesso si trovano a dover gestire le proprie esigenze lavorative in solitaria, un miglioramento delle integrazioni salariali si traduce in un netto beneficio economico, potendo così conciliare in maniera più efficace le responsabilità familiari con le proprie attività lavorative.
Congedo parentale 2025: tre mesi retribuiti all'80%
Nel 2025 il congedo parentale subisce una significativa revisione, volta a potenziare il sostegno economico alle famiglie, con benefici che possono fare la differenza soprattutto per le mamme single. Grazie all’articolo 1, comma 217, della legge 30 dicembre 2024, n. 207 (inquadrata nella Legge di Bilancio 2025), che modifica il comma 1 dell’articolo 34 del D.Lgs 26 marzo 2001, n. 151, il congedo parentale si arricchisce di un ulteriore mese retribuito all’80% della retribuzione.
Questa innovazione, che opera in alternativa tra i genitori, si articola in due interventi principali:
- per i lavoratori dipendenti che hanno terminato il congedo di maternità o paternità a partire dal 1° gennaio 2024. Dal 2025, per il secondo mese di congedo parentale usufruito entro i primi sei anni di vita del bambino, l’indennità verrà elevata all’80% della retribuzione, anziché al 60% come previsto in precedenza;
- per i dipendenti che inizieranno il congedo parentale a partire dal 1° gennaio 2025. Verrà concesso un ulteriore mese retribuito al 80% entro lo stesso limite temporale, portando complessivamente a tre mesi indennizzati all’80% (i restanti mesi, se fruiti, saranno erogati al 30%).
Questa modifica rappresenta un rafforzamento strutturale del congedo parentale, che ora prevede un sostegno economico maggiore per un periodo più lungo, garantendo così ai genitori (e in particolare alle mamme single) la possibilità di dedicare più tempo retribuito alla cura dei propri figli nei primi anni di vita. Il beneficio si applica entro il sesto anno di vita del bambino (o entro sei anni dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e viene calcolato sulla base della retribuzione media giornaliera.
Il congedo parentale, insieme ad altre tutele (come il congedo di maternità e quello di paternità obbligatorio), rientra in un sistema di permessi retribuiti che ha l’obiettivo di garantire la conciliazione tra vita lavorativa ed esigenze familiari. In questo modo, la normativa mira non solo a sostenere economicamente i lavoratori, ma anche a favorire il benessere e lo sviluppo affettivo dei bambini, offrendo maggiore flessibilità e protezione nel periodo cruciale dei primi anni di vita.
Agevolazioni per servizi essenziali
La Legge di Bilancio 2025 amplia il ventaglio di agevolazioni per l’accesso a servizi fondamentali, con misure mirate a sostenere le famiglie, specialmente quelle a basso reddito e le madri single. Tra asili nido, supporto alla spesa e salute mentale, le novità riflettono una crescente attenzione al welfare inclusivo.
Bonus asilo nido
Il Bonus asilo nido 2025 si configura come un importante strumento di supporto per le famiglie, in particolare per le mamme single, che devono far fronte alle spese legate alla cura dei più piccoli. Il contributo arriva a 3.000 euro (pari a circa 272,70 euro mensili) per le famiglie con ISEE inferiore a 25.000. Per le famiglie con reddito tra 25.001 e 40.000, l’importo del bonus è 2.500 euro (pari a circa 227,20 euro mensili). Oltre tale soglia, il contributo scende a 1.500 euro (circa 136,30 euro mensili).
Il Bonus asilo nido viene erogato dall’INPS su domanda del genitore e si articola in 11 mensilità. Tale beneficio è destinato a coprire le spese di iscrizione e la retta degli asili nido, siano essi pubblici o privati, per bambini fino ai 3 anni. In alternativa, se il bambino non può frequentare il nido a causa di gravi patologie, il bonus supporta l’accesso a servizi di assistenza domiciliare.
Cosa cambia nel 2025?
- accessibilità estesa. A differenza del 2024, non è più necessario che nel nucleo familiare sia già presente un altro figlio di età inferiore a 10 anni per poter beneficiare dell’importo massimo;
- ISEE semplificato. Le somme erogate a titolo di Assegno Unico non verranno più incluse nel calcolo dell’ISEE, permettendo così a un maggior numero di famiglie di rientrare nella fascia dei beneficiari con ISEE inferiore a 40.000 euro.
A chi spetta il Bonus nido 2025?
Per accedere al bonus, è necessario che:
- il genitore richiedente e il bambino siano residenti in Italia;
- il beneficiario sia cittadino italiano, di uno Stato membro o extracomunitario con regolare permesso di soggiorno;
- il bambino sia iscritto a un asilo nido autorizzato (pubblico o privato) oppure necessiti di assistenza domiciliare per motivi di salute;
- il bonus sia destinato a bambini di età compresa tra 0 e 3 anni.
Tempistiche e modalità di presentazione
La domanda per il Bonus asilo nido va presentata annualmente tramite il portale INPS.
- modalità di autenticazione. È possibile accedere al servizio utilizzando SPID, CIE o CNS;
- tempistiche. Le richieste possono essere inviate a partire dai primi mesi dell’anno, con termine ultimo il 31 dicembre;
- rinnovo. Il bonus non si rinnova automaticamente, pertanto è necessario presentare una nuova domanda ogni anno, allegando l’ISEE aggiornato per il calcolo dell’importo spettante.
Le modifiche apportate a questa misura, semplificano i requisiti e ampliano la platea dei beneficiari, rendono il Bonus asilo nido 2025 uno strumento ancora più inclusivo e fondamentale per supportare le famiglie (e in particolare le mamme single) nel gestire le spese quotidiane legate alla prima infanzia.
Carta “Dedicata a Te”: sostegno spesa per famiglie a basso ISEE
Nel 2025 il fondo destinato alla Carta “Dedicata a Te” viene potenziato, offrendo un contributo una tantum di 500 euro per ogni nucleo familiare con ISEE inferiore a 15.000 euro. Questa misura, erogata tramite carte elettroniche prepagate e ricaricabili messe a disposizione da Poste Italiane S.p.A., non richiede alcuna domanda. Infatti, i beneficiari vengono individuati dai Comuni secondo criteri di priorità che privilegiano i nuclei con almeno tre componenti, la presenza di componenti minorenni (con particolare attenzione ai più piccoli) e il valore ISEE più basso.
Il contributo è finalizzato a sostenere le spese per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità, carburanti o abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico, esclusivamente presso gli esercizi commerciali convenzionati, che operano nel circuito Mastercard e rispettano i requisiti stabiliti dal Ministero. L’uso della carta è gratuito, senza commissioni, e permette di controllare saldo e movimenti tramite gli ATM Postamat, utilizzando il pin personale. Inoltre, i pagamenti contactless sono abilitati per importi fino a 50 euro.
La Carta “Dedicata a Te” si rivolge a tutte le famiglie residenti in Italia che dispongono di un ISEE ordinario in corso di validità inferiore a 15.000 euro annui e non percepiscono altri sussidi nazionali, regionali o locali (come Assegno di inclusione, Reddito di cittadinanza o Carta acquisti). I nuclei che includono beneficiari di tali misure non potranno accedere al contributo.
L’assegnazione della carta è gestita, come detto in precedenza, dai Comuni, che comunicheranno ai soggetti idonei l’avvenuta assegnazione e le modalità per il ritiro presso gli uffici postali. Se un nucleo familiare risulta già beneficiario della misura l’anno precedente, il nuovo contributo verrà accreditato sulla carta già assegnata.
Questa misura, confermata e rafforzata nel quadro della Legge di Bilancio 2025, mira a garantire un sostegno economico concreto alle famiglie in condizioni di vulnerabilità, contribuendo a rendere il sistema di welfare più inclusivo e a supportare il potere d’acquisto per spese essenziali.
Bonus psicologo 2025: più fondi e nuove modalità di accesso
Il Bonus Psicologo, misura nata per supportare chi ha affrontato gravi ripercussioni emotive e psicologiche a seguito della pandemia, viene confermato e potenziato per il 2025. Quest’anno, il governo ha stanziato 9,5 milioni di euro, con un incremento di 1,5 milioni rispetto all’anno precedente, per rimborsare le sedute di psicoterapia. In sostanza, il bonus prevede un rimborso di 50 euro per ogni seduta, ma il tetto massimo varia in funzione dell’ISEE del richiedente:
- fino a 15.000 euro ISEE. Il rimborso massimo è di 1.500 euro, coprendo fino a 50 a seduta;
- tra 15.000 e 30.000 euro ISEE. Il contributo arriva a 1.000 euro;
- tra 30.000 e 50.000 euro ISEE. Il limite si attesta a 500 euro;
- oltre 50.000 euro ISEE. Non spetta il bonus.
La misura, gestita interamente attraverso la piattaforma online dell’INPS, richiede l’apertura di una “finestra” per le domande. I cittadini interessati dovranno accedere al portale usando SPID, CIE o CNS e compilare l’apposita modulistica nella sezione “Prestazioni e servizi”, scegliendo la voce dedicata al contributo per le sessioni di psicoterapia. In alternativa, il bonus può essere richiesto anche tramite il contact center dell’INPS.
Stanziamenti e continuità della misura
I fondi stanziati per il Bonus Psicologo 2025 ammontano a 9,5 milioni di euro, mentre per il 2026 la cifra dovrebbe essere di 8,5 milioni e per il 2027 di 9 milioni (gli importi per gli anni 2026 e 2027 sono proposte non ancora approvate). Inoltre, a partire dal 2028, il bonus diventerà una misura stabile con un finanziamento annuo di 8 milioni di euro, senza ulteriori necessità di riconferma annuale.
Domanda e utilizzo del bonus
Per richiedere il Bonus Psicologo, è fondamentale seguire le istruzioni operative che l’INPS comunicherà, con un preavviso di almeno 30 giorni prima dell’apertura della finestra per la presentazione delle domande. Nel 2024, la richiesta si è potuta inoltrare dal 18 marzo al 31 maggio. Per il 2025 il periodo di invio si ipotizza possa essere di almeno 60 giorni. L’INPS non ha ancora comunicato le date ufficiali.
Una volta accettata la domanda, al beneficiario verrà assegnato un codice univoco, che potrà utilizzare per prenotare le sedute con i professionisti aderenti all’iniziativa, secondo le modalità stabilite dal Consiglio nazionale degli Ordini degli Psicologi (Cnop). È importante utilizzare il bonus entro 270 giorni dall’accettazione della richiesta: ogni seduta dovrà essere documentata con una fattura che riporti il codice univoco, per permettere all’INPS di rimborsare direttamente il professionista.
Una risorsa importante in un contesto di domanda elevata
Nonostante i fondi stanziati, la richiesta di supporto per le sedute di psicoterapia supera di gran lunga le risorse disponibili. Nel 2023, ad esempio, i 10 milioni di euro stanziati avevano coperto solo una piccola percentuale delle domande. Questa situazione evidenzia quanto sia urgente e necessario potenziare ulteriormente il sostegno in ambito psicologico, soprattutto per chi si trova in condizioni di fragilità emotiva e economica, come spesso accade per le mamme single.
Il Bonus Psicologo 2025 si configura, così, come uno strumento fondamentale per aiutare i cittadini a far fronte alle crescenti esigenze di salute mentale, offrendo un contributo economico concreto per sostenere percorsi psicoterapeutici mirati a combattere ansia, stress e depressione.
Riflessioni conclusive
Anche se la Legge di Bilancio 2025 non prevede misure esclusive per le mamme single, il pacchetto di agevolazioni (che spazia dall’Assegno Unico al Bonus Mamme, fino alle detrazioni fiscali e agli sgravi contributivi) rappresenta un sostegno concreto e articolato. Queste misure, insieme alle iniziative per facilitare l’accesso a servizi essenziali e a sostegni per il reddito, contribuiscono a creare un sistema di welfare più inclusivo e mirato, in grado di alleggerire il doppio carico economico e gestionale che spesso gravano sulle madri single.
La sfida resta quella di garantire che tali agevolazioni siano facilmente accessibili e che i requisiti (pur essendo necessari per concentrare gli aiuti su chi ne ha davvero bisogno) non escludano chi si trova in condizioni di fragilità. La presenza di limiti di reddito, ad esempio, è stata introdotta per assicurare una distribuzione mirata dei fondi, ma è fondamentale che tali misure vengano accompagnate da semplificazioni burocratiche e da un monitoraggio costante per verificarne l’effettiva efficacia.
In definitiva, la Legge di Bilancio 2025 si propone di rafforzare il sostegno alle famiglie e di incentivare la natalità, offrendo strumenti che possono fare la differenza per le madri single, contribuendo a un sistema di welfare più equo e sostenibile.