Emergenze pediatriche: l'annegamento
A cura del
Dott. Alfredo Cappello
Medico chirurgo, Omeopata e specialista in Pediatria
Per aiutare un bambino che rischia di annegare, bisogna estrarlo al più presto dall’acqua facendo attenzione a evitare di esporre se stessi al pericolo.
È molto difficile soccorrere un bambino in acqua senza rischiare di danneggiare se stessi e bisogna tenere presente che il bambino è meno collaborativo di un adulto e, trovandosi in difficoltà in acqua, tende ad agitarsi ancora di più, immergendo nell’acqua il volto e in particolare la bocca.
Come riflesso spontaneo, la glottide si chiude per evitare che l’acqua entri nei polmoni: la conseguenza è che il bambino rimane in apnea e in questa l’acqua può entrare invece nello stomaco. Se il bambino non viene soccorso in tempo, la mancanza di ossigeno può causare perdita di coscienza, arresto respiratorio e arresto cardiaco; risolvere l’insufficienza respiratoria e l’arresto cardiaco del bambino è quindi il problema più grave che può verificarsi.
Cosa fare, in sintesi, per aiutare un bambino in queste condizioni?
- Liberare le vie aeree da eventuale vomito o materiale estraneo (alghe o foglie) che potrebbero causare ostruzione o aspirazione.
- Coprire il bambino per combattere il raffreddamento del corpo.
- CHIAMARE IL 118 e seguire con precisione le indicazioni.
- Se il bambino è cosciente bisogna A) Tranquillizzarlo e B) Metterlo in posizione seduta o laterale per facilitare la respirazione e aiutarlo a espellere il liquido presente nelle vie aeree stimolando la tosse.
- Se il bambino è incosciente, non respira e il battito cardiaco è assente bisogna effettuare subito le manovre di rianimazione cardio-polmonare pediatrica (BLS).