Lo sport come veicolo di sviluppo e di benessere bio-psico-sociale
A cura della
Dott.ssa Giulia Miglietta
Psicologa - Psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico socio-costruttivista
Taviano (Lecce)
L’importanza di praticare sport in età evolutiva
Nota a tutti è la locuzione latina di Giovenale “mens sana in corpore sano” (ovvero “una mente sana in un corpo sano”) e la sua interpretazione moderna secondo cui “per aver sane le facoltà dell'anima, bisogna aver sane anche quelle del corpo in virtù dell'unità psicofisica”.
L’attività sportiva ha un ruolo fondamentale nel sano sviluppo della persona, tanto più negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, in quanto agisce contemporaneamente su tre piani distinti ma interconnessi: benessere fisico, psicologico e sociale.
Praticare uno sport, infatti, comporta una serie di benefici che sono particolarmente funzionali nell’età dello sviluppo, in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze, hanno la necessità di esplorare e di sperimentarsi in attività strutturate e investite di progettualità. È dunque importante indirizzare già da piccoli verso uno stile di vita salutare, caratterizzato da fattori di promozione del benessere e da fattori di protezione dal rischio. Il contesto sportivo educa, infatti, sul piano fisico ad acquisite maggiore consapevolezza del Sé corporeo, venendo a contatto con le sensazioni che il corpo rimanda, risorse e limiti, cambiamenti e trasformazioni in atto; sul piano cognitivo a stimolare funzioni psichiche come l’attenzione, la concentrazione, la pianificazione, il senso critico; sul piano affettivo e relazionale a sollecitare lo scambio, la comunicazione, la partecipazione, la condivisione ma anche a confrontarsi nella competizione e a canalizzare l’aggressività. Più in generale si può parlare di sviluppo di life-skills (abilità di vita), al cui sviluppo lo sport partecipa significativamente.
Il contesto sportivo offre così la cornice all’interno del quale il soggetto può esprimere la propria soggettività - corporea, psichica e relazionale - sotto la guida di formatori, i quali si configurano come adulti significativi che affiancano ed integrano il ruolo di genitori ed insegnanti. La crescita personale si declina così nell’indissolubile rapporto tra psiche e soma, ovvero tra mente e corpo, dove lo sport è il dispositivo che meglio permette ai due piani di incontrarsi e di contribuire al processo di costruzione dell’identità, sollecitando soprattutto aspetti legati alla fiducia in ste stessi e sull’autostima e, contribuendo così, a mantenere un atteggiamento più propositivo e ottimistico nell’affrontare le sfide e le difficoltà.
In particolare, tra le attività più praticate dai giovani, la pallavolo è uno degli sport più apprezzati e da sempre quello più utilizzato a livello scolastico. La caratteristica che lo ha reso tale è il fatto di essere un gioco divertente, costituito da una sequenza di passaggi tra i giocatori, dunque il suo essere uno sport di squadra altamente socializzante. Questo fondamentale aspetto fa sì che si inscenino tutte le dinamiche relazionali che il fattore gruppo veicola: integrazione, cooperazione e solidarietà, sana competizione e confronto, senso di appartenenza e finalità condivisa. Si fornisce così l’opportunità di instaurare relazioni significative con i pari e con gli adulti di riferimento, in un clima protetto e abitato da regole e valori socialmente desiderabili. La pallavolo offre un contesto di apprendimento sul piano anche individuale: incoraggia l’assunzione di responsabilità delle proprie azioni, permette di esprimere le proprie capacità e quindi di contribuire a costruire la propria autostima, consente di sublimare la carica aggressiva e di sperimentare, oltre il successo, anche il fallimento venendo a contatto con i propri limiti. Altri aspetti costitutivi di questo sport e tesi ad essere sviluppati sono più propriamente di natura cognitiva: l’attenzione, la concentrazione, le strategie di coping (di fronteggiamento delle situazioni), il controllo interno ed esterno della realtà (locus of control). A livello fisico invece i miglioramenti si esprimono nella coordinazione oculomotoria, nell’agilità e velocità, nella potenza muscolare, nella postura e sull’allungamento della colonna vertebrale, facendo lavorare il corpo globalmente, sia sugli arti inferiori che sugli arti superiori. Dunque, la pallavolo è uno sport multidimensionale, i cui benefici si distribuiscono a vari livelli, senza dimenticare un aspetto fondamentale per la motivazione del giocatore, quello ludico, veicolo di sviluppo privilegiato dell’età evolutiva.
La ricerca scientifica internazionale va a confermare, con studi e ricerche empiriche, l’azione di sviluppo di cui l’attività fisica è portatrice. Vi sarebbe in particolare una stretta correlazione tra le capacità motorie e le capacità cognitive attentive e mnemoniche, dove una buona forma fisica è risultata essere associata positivamente ad indici neurolettrici di attenzione e lavoro di memoria (Darla M. Castelli, Charles H. Hillman, Sarah M. Buck e Heather E. Erwin, University of Illinois at Urbana-Champaign; pubblicazione su Journal of Sport & Exercise Psychology). Contestualmente, è stato riscontrato che gli studenti che sono fisicamente attivi presentano maggiore livello di attenzione nel corso delle lezioni rispetto agli studenti più sedentari (Howard Taras; pubblicazione su Physical Activity and Student Performance at School). Dal punto di vista più psicologico, è emerso che gli individui fisicamente attivi hanno riportato alti livelli di autostima e bassi livelli di ansia, fattori associati - entrambi - ad un migliore rendimento scolastico (Lisa Flook e Rena L. Repetti, University of California di Los Angeles, in collaborazione con Jodie B. Ullman della California State University di San Bernardino).
Visti i tanti benefici dell’attività sportiva, ravvisabili a più livelli, sarebbe consigliato far praticare uno sport, e impegnarsi a portarlo avanti, fin dalla più tenera età, facendo però sempre attenzione alle propensioni e ai bisogni del bambino/della bambina. È importante far sì che sia un’attività consapevolmente intrapresa e praticata, così come è importante prevenirne l’abbandono, motivando e rinforzando lì quando necessario, nei successi e nei fallimenti. Il contesto sportivo è fonte di arricchimento personale e di costruzione di relazioni, promuove uno stile di vita qualitativamente migliore, ma, affinché un’ “educazione alla salute” si realizzi, è sicuramente necessario che vi sia un retroterra culturale che la promuova, una cultura locale che generi le premesse e le condizioni per una pratica della stessa, in cui le realtà territoriali si incontrino in un progetto di senso condiviso, ognuno con la propria specificità, il proprio linguaggio e il proprio campo di azione.
Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla.
(Pierre de Coubertin)
Riferimenti Bibliografici
Cei A. (1998), Psicologia dello sport. Il Mulino, Bologna.
Rabaglietti E., Roggero A., Fortunato S., Keller D. (2016), Sport? Si grazie! L’importanza dell’attività motoria e sportiva per uno sviluppo positivo dei bambini e dei giovani. Consorzio Vero Volley, Br&mbilla Grafica, Vimercate (MB).