Quando comincia lo svezzamento e perché?
Lo svezzamento (o divezzamento) consiste nell’introduzione di cibi solidi e semisolidi nella dieta del lattante, che vanno a integrare il latte materno o formulato.
La Società Italiana di Pediatria non ha dubbi: “lo svezzamento va iniziato gradualmente, dopo i sei mesi di vita del bambino”.
Il meccanismo digestivo del lattante, infatti, necessita di un tempo fisiologico di adattamento, che gli garantisca la capacità di digerire i nuovi alimenti, fondamentali in questa fase di crescita.
Va precisato che la regola suddetta può subire deroghe, se espressamente previste dal pediatra che, in determinate circostanze e a sua discrezione, può decidere di anticipare o posticipare l’inizio dello svezzamento.
Perché è necessario lo svezzamento?
Questo passaggio di vita del bambino è molto importante, poiché gli consente di apportare quei principi nutritivi necessari per l’accrescimento del corpo e per lo sviluppo sia sensoriale che psicologico.
Come avviene lo svezzamento?
Esso avviene passando dal biberon al cucchiaino, che consente di:
- somministrare carboidrati, sotto forma di amidi, per procedere, a piccoli passi, verso quella che sarà l’alimentazione della persona adulta;
- somministrare proteine di origine animale, in forma altamente digeribile (liofilizzati e omogeneizzati);
- somministrare l’olio vegetale (preferibilmente olio extravergine di oliva), fonte per eccellenza di grassi polinsaturi;
- somministrare vitamine sotto forma di frutta;
- somministrare minerali fondamentali come il ferro, attraverso il brodo vegetale e la carne.
È bene ricordare che lo svezzamento deve avvenire con giudizio: l’accostamento al cibo non può essere troppo precoce: ciò potrebbe ridurre l’effetto protettivo dell’allattamento, causare diarree, fenomeni allergici o un sovraccarico renale di Sali minerali. Occorre dunque procedere con cura e con cautela, facendosi guidare dall’esperienza e dai consigli dietetici del pediatra di riferimento.