21 Dicembre 2024
Doppia immagine. A destra un uomo con la protesi bionica sale le scale, a sinistra c'è in primo piano la gamba bionica

La prima gamba bionica manovrata dal cervello

giovedì 4 luglio 2024 ore 08:23

L'amputazione di un arto è una delle esperienze più devastanti che una persona possa affrontare. La perdita di una gamba non è solo fisicamente dolorosa, ma porta con sé un immenso carico emotivo e psicologico. Le sfide quotidiane diventano enormi, dalla semplice mobilità all'indipendenza personale. Ogni aspetto della vita viene stravolto.

Le protesi tradizionali hanno fatto molta strada, ma fino a oggi, nonostante i progressi tecnologici, non sono riuscite a restituire completamente la funzionalità e la sensazione di una gamba naturale. Le protesi meccaniche, pur essendo di grande aiuto, rimangono lontane dall'offrire un'andatura fluida e naturale.

Il nuovo studio rivoluzionario del mit e brigham and women's hospital

In questo contesto, la recente pubblicazione su Nature Medicine ha portato una speranza senza precedenti. Un team di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e del Brigham and Women's Hospital ha presentato la prima gamba bionica manovrata dal cervello, un'impresa straordinaria che promette di cambiare per sempre il mondo della protesica.

Lo studio, condotto su sette pazienti, rappresenta un balzo in avanti significativo. La gamba bionica utilizza una sofisticata interfaccia neuroprotesica che permette una modulazione neurale completa, consentendo agli utenti di ottenere un'andatura naturale come mai prima d'ora.

Come funziona la gamba bionica manovrata dal cervello

La chiave di questo successo è l'interfaccia neuroprotesica, un sistema che collega direttamente il sistema nervoso del paziente con la protesi. Questa connessione permette al cervello di comunicare con la gamba bionica in modo simile a come farebbe con una gamba naturale. Quando il cervello invia un segnale per muovere la gamba, l'interfaccia neuroprotesica lo intercetta e lo traduce in movimento.

Questo approccio innovativo non solo migliora la funzionalità della protesi, ma restituisce anche ai pazienti una sensazione di controllo e naturalezza che era finora irraggiungibile. I sette pazienti coinvolti nello studio hanno riportato miglioramenti significativi nella loro capacità di camminare, con un'andatura molto più fluida e naturale rispetto a qualsiasi altra protesi disponibile attualmente.

I dettagli dello studio

Lo studio, intitolato "Continuous neural control of a bionic limb restores biomimetic gait after amputation" e disponibile su Nature Medicine, descrive in dettaglio il processo di sviluppo e test della nuova gamba bionica. 

I ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnica chirurgica per impiantare elettrodi nel nervo tibiale residuo dei pazienti amputati sotto il ginocchio. Questi elettrodi raccolgono i segnali neurali inviati dal cervello e li trasmettono alla gamba bionica, permettendo un controllo preciso e reattivo. Il sistema è stato testato in diversi scenari, inclusi camminate su terreni irregolari, salite di scale e persino alzarsi da terra con la stessa forza delle persone non amputate, dimostrando una versatilità e un'affidabilità straordinarie.

L'impatto umano e le prospettive future

Il vero impatto di questa innovazione va oltre i numeri e le statistiche. Per i pazienti coinvolti nello studio, la gamba bionica guidata dal sistema nervoso rappresenta una rinascita. Come riportato da uno dei partecipanti: “Camminare di nuovo in modo naturale è una sensazione indescrivibile. Mi sento come se avessi riavuto indietro una parte di me stesso che pensavo fosse persa per sempre”.

Il successo di questo studio apre la strada a ulteriori sviluppi e applicazioni. Gli scienziati stanno già lavorando per rendere questa tecnologia più accessibile e per migliorare ulteriormente l'interfaccia neuroprotesica, con l'obiettivo di estendere questi benefici a un numero sempre maggiore di amputati. Matthew Carty, chirurgo del Brigham and Women's Hospital e professore associato alla Harvard Medical School, ha manifestato soddisfazione per questo studio, dichiarando che “questo lavoro rappresenta un ulteriore passo in avanti nel dimostrare ciò che è possibile fare per il ripristino della funzionalità nei pazienti che soffrono di gravi lesioni agli arti”.

Considerazioni finali

La prima gamba bionica manovrata dal cervello segna un momento storico nella medicina e nella tecnologia protesica. Grazie al lavoro pionieristico del MIT e del Brigham and Women's Hospital, stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel modo in cui le protesi possono migliorare la vita delle persone amputate. Questo studio non è solo un traguardo scientifico, ma una promessa di un futuro più inclusivo e umano, dove la tecnologia lavora in armonia con il corpo per restituire indipendenza e dignità a chi ha perso un arto.

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