Lotta all’Alzheimer: l’Europa dice sì a Leqembi
venerdì 15 novembre 2024 ore 13:28
La recente approvazione del farmaco Leqembi (Lecanemab) da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) rappresenta un punto di svolta nel trattamento dell’Alzheimer. Questo anticorpo monoclonale, già autorizzato negli Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, è il primo a dimostrare la capacità di rallentare la progressione della malattia nelle sue fasi iniziali. Tuttavia, il via libera arriva con restrizioni, aprendo un dibattito sulle sue implicazioni cliniche e sociali.
Un farmaco innovativo ma con limitazioni
Lecanemab è stato approvato per pazienti adulti con deterioramento cognitivo lieve o demenza lieve dovuta all’Alzheimer. La terapia mira alla beta-amiloide, una proteina che si accumula nel cervello dei malati formando placche caratteristiche della malattia.
Tuttavia, il farmaco è indicato solo per pazienti con una o nessuna copia del gene ApoE4 (variante del gene apolipoproteina E, produce una proteina che ha un ruolo cruciale nel metabolismo dei lipidi, trasportando i grassi nel sangue e svolgendo una funzione importante nella riparazione delle cellule), associato a un maggiore rischio di effetti collaterali gravi, come le Aria (anomalie di imaging correlate all’amiloide). Le Aria includono edema cerebrale e sanguinamenti, complicanze che richiedono un monitoraggio rigoroso tramite risonanze magnetiche periodiche.
Il percorso della decisione
La strada verso l’approvazione europea di Leqembi non è stata lineare. A luglio 2024, l’EMA aveva inizialmente bocciato il farmaco, ritenendo che i rischi superassero i benefici. Un riesame successivo ha mostrato che, in una popolazione selezionata, i benefici del farmaco nel rallentare la progressione della malattia superano i rischi.
L’approvazione definitiva spetta ora alla Commissione Europea, con una decisione attesa nei prossimi mesi. In Italia, l’AIFA dovrà stabilire quali centri saranno autorizzati alla somministrazione del farmaco, aprendo le porte a una nuova fase nella gestione dell’Alzheimer.
Una nuova speranza per i pazienti
Secondo Alessandro Padovani, presidente della Società Italiana di Neurologia, "la decisione dell’EMA segna l’inizio di una nuova storia per il trattamento dell’Alzheimer". Marco Bozzali, presidente della Società Italiana per lo Studio delle Demenze, sottolinea che questa terapia non è solo un traguardo scientifico, ma anche una conferma del valore della ricerca clinica in Europa.
Sebbene non tutti i pazienti potranno beneficiare del trattamento, l’approvazione di Leqembi rappresenta un passo avanti fondamentale, con l’obiettivo di migliorare i percorsi diagnostici e terapeutici.
Le sfide del futuro
L’introduzione di Leqembi solleva importanti sfide:
- accessibilità: la somministrazione richiede un’infrastruttura sanitaria avanzata, inclusa la disponibilità di risonanze magnetiche e personale specializzato. Infatti, al fine di ridurre il rischio di effetti collaterali gravi come le Aria, i pazienti dovranno effettuare risonanze magnetiche prima di iniziare il trattamento e prima della quinta, settima e quattordicesima dose;
- costi: il prezzo del farmaco e la sua eventuale rimborsabilità saranno cruciali per determinarne l’impatto nel sistema sanitario nazionale;
- ricerca continua: la comunità scientifica attende ulteriori studi per valutare la sicurezza e l’efficacia a lungo termine del farmaco.
Un primo passo verso cure migliori
Lecanemab è una pietra miliare nella lotta all’Alzheimer. Pur con le sue limitazioni, offre una nuova speranza per i pazienti nelle fasi iniziali della malattia. La ricerca e l’innovazione restano fondamentali per sviluppare terapie sempre più sicure ed efficaci, ridisegnando il futuro delle malattie neurodegenerative.