21 Dicembre 2024
Medico che clicca uno schermo virtuale in cui c'è la sagoma di un uomo da cui vengono proiettati, ai lati, gli organi del corpo umano (polmoni, reni, ossa, cervello, cuore, intestino)

Prevenzione sanitaria in crisi: cresce la rinuncia alle cure

domenica 8 settembre 2024 ore 08:55

Negli ultimi anni, la prevenzione sanitaria in Italia sta attraversando un periodo di crisi. L'aumento della rinuncia alle cure mediche, le disuguaglianze socioeconomiche nell'accesso ai servizi e la crescente complessità delle liste d'attesa rappresentano alcune delle principali sfide per il nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Secondo il rapporto "Outlook Salute Italia 2023" di Deloitte, la situazione continua a peggiorare, soprattutto per le fasce di popolazione più vulnerabili.

La prevenzione sanitaria in Italia: dati allarmanti

le Regioni italiane investono solo il 5% del Fondo sanitario nazionale in prevenzione, e i risultati sono allarmanti. Su questo fronte, ben sette Regioni sono state bocciate, mentre il tanto atteso sviluppo delle Case di comunità, finanziato dal PNRR, arranca: ad oggi sono operative solo 413 strutture, circa un terzo di quelle previste.

Le Case di comunità avrebbero dovuto essere la svolta per una sanità più vicina ai cittadini, con servizi di prevenzione e assistenza accessibili sul territorio. Tuttavia, a due anni dalla scadenza imposta dall'Unione Europea, la realtà è ben diversa: molte di queste strutture sono “scatole vuote”, prive del personale necessario per funzionare a pieno regime. In alcune regioni, non c’è ancora nessuna Casa di comunità attiva, rendendo ancora più difficile l’accesso a servizi come visite, esami e vaccinazioni, che potrebbero ridurre la pressione sugli ospedali e sui pronto soccorso.

Il dato più sconfortante, come accennato precedentemente, riguarda la presenza di personale medico: in 120 delle Case di comunità attive non è previsto alcun medico di assistenza primaria, e in 137 mancano pediatri. La carenza di personale è uno dei maggiori ostacoli per il decollo di queste strutture, e dipende anche dalla difficoltà di convincere i medici di famiglia, spesso isolati nei loro studi, a dedicare parte del loro tempo a queste nuove realtà. Nonostante anni di discussioni, finora non si è trovato un modo efficace per integrare i medici di famiglia nelle Case di comunità.

Nel 2023, il 29% degli italiani ha dichiarato di aver rinunciato a cure mediche negli ultimi 12 mesi, un dato leggermente migliorato rispetto all'anno precedente (-3%), ma ancora preoccupante. La vera causa di questa rinuncia? Principalmente ragioni economiche, che pesano sempre di più (69%). Questo dato mette in luce una crisi della prevenzione sanitaria, soprattutto nelle famiglie a basso reddito, per le quali l'accesso a cure specialistiche e attività preventive è spesso fuori portata.

Un dato che fa riflettere è quello riguardante le liste d'attesa, che rappresentano un ulteriore ostacolo: circa il 40% degli intervistati lamenta tempi eccessivamente lunghi per ottenere una visita o un esame. Il SSN, nonostante resti la prima scelta per la maggior parte degli italiani, deve affrontare una pressione crescente per rispondere alla domanda di servizi essenziali, con un sistema sempre più affaticato.

Un medico protegge con le mani la famiglia con dietro un cuore di colore rossoDisuguaglianze nell’accesso alle cure: un divario crescente

Il divario tra le diverse fasce di reddito è sempre più evidente. Le persone con redditi più bassi rinunciano con maggiore frequenza a prestazioni specialistiche e preventive. Solo il 68% di chi ha un reddito basso riesce ad accedere a visite specialistiche, rispetto al 72% di chi guadagna oltre 2.500 euro al mese. Quando si parla di prevenzione, la situazione è ancora più critica: solo il 39% delle persone con reddito basso usufruisce di prestazioni preventive, rispetto al 60% di chi ha un reddito più elevato. Questi numeri mettono in luce una disparità socioeconomica nella sanità italiana, che rischia di esacerbare ulteriormente le differenze sociali.

L'importanza della prevenzione e l’aumento delle richieste

Nonostante le difficoltà, l’importanza della prevenzione sanitaria non può essere sottovalutata. In effetti, il rapporto Deloitte evidenzia che gli italiani sono sempre più consapevoli dell’importanza della prevenzione primaria e secondaria. Rispetto al periodo pre-pandemico (2019), si è registrato un aumento del 40% nel ricorso alle vaccinazioni, del 23% nelle campagne di screening oncologico e del 24% nei check-up completi. Questi numeri indicano una crescente consapevolezza dell'importanza di una diagnosi precoce, nonostante le difficoltà di accesso ai servizi.

Il problema, però, resta la sostenibilità economica di queste pratiche. Molte persone, soprattutto nelle regioni meno sviluppate economicamente del Paese, faticano a permettersi le cure necessarie. E qui emerge la crisi della prevenzione sanitaria: mentre le richieste crescono, la capacità di rispondere rimane limitata, generando un circolo vizioso in cui chi ha meno risorse rinuncia alla propria salute.

La digitalizzazione del sistema sanitario: una possibile soluzione?

Un altro aspetto emergente riguarda la trasformazione digitale del sistema sanitario. Nel 2023, il 54% degli italiani ha prenotato prestazioni sanitarie online, il 58% ha ricevuto referti digitali e il 45% ha condiviso referti attraverso piattaforme digitali. Questo trend dimostra un crescente interesse verso l'utilizzo della tecnologia per facilitare l'accesso alle cure e migliorare l’efficienza del sistema. Tuttavia, permangono alcune barriere: il 46% degli italiani teme la perdita di contatto diretto con i medici e il 29% trova complessa l’adozione degli strumenti digitali.

L'introduzione della telemedicina e di piattaforme online per la prenotazione e gestione delle cure potrebbe rappresentare una risposta a breve termine per risolvere parte delle inefficienze del sistema. Tuttavia, senza un piano coordinato e un investimento strutturale nelle infrastrutture digitali, il rischio è di lasciare indietro una fetta significativa della popolazione che non ha le competenze o i mezzi per sfruttare appieno questi servizi.

Riflessioni conclusive: un futuro incerto, ma necessario

La prevenzione sanitaria in crisi in Italia non è solo una questione economica, ma riflette un sistema che fatica a stare al passo con le esigenze dei cittadini. La crescente domanda di prevenzione e cure specialistiche, unita alle disuguaglianze socioeconomiche, richiede una risposta forte e strutturale da parte delle istituzioni.

L’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del SSN potrebbero rappresentare un passo avanti, ma devono essere accompagnate da riforme che garantiscano un accesso equo e sostenibile per tutti. Altrimenti, il rischio è di continuare a vedere aumentare il numero di persone che, nonostante la consapevolezza dell'importanza della salute, si trova costretta a rinunciare a cure fondamentali.

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