Sicurezza in sanità: approvata legge contro le aggressioni
mercoledì 13 novembre 2024 ore 15:05
La crescente ondata di aggressioni contro il personale sanitario ha spinto il Parlamento italiano a varare una nuova legge che mira a garantire maggiore sicurezza nelle strutture sanitarie. Approvata definitivamente dalla Camera dei Deputati con 144 voti favorevoli e 92 astensioni, questa legge introduce importanti misure per contrastare la violenza, come l’arresto immediato e in flagranza differita per chi commette atti di violenza o danneggiamenti a danno di operatori sanitari e dei beni destinati all'assistenza. Ma vediamo insieme quali sono i dettagli di questo nuovo provvedimento.
Arresto in flagranza differita: cos'è e come funziona
Uno dei punti centrali della nuova normativa è l’introduzione dell’arresto in flagranza differita per i casi di aggressione ai sanitari. Questo tipo di arresto permette l'intervento delle forze dell’ordine fino a 48 ore dopo l’aggressione, purché il reato sia documentato da immagini video o da altre prove certe. In pratica, una misura pensata per punire coloro che compiono atti di violenza anche se riescono a eludere la cattura immediata.
La misura si applica non solo ai medici e infermieri, ma a tutti i professionisti e ausiliari del settore sanitario, socio-sanitario e dei servizi di sicurezza complementare, offrendo una rete di protezione ampia e omogenea in tutto il sistema sanitario. Una tutela che risponde a episodi di violenza come quello recente al Policlinico di Foggia, dove medici e infermieri hanno rischiato la vita a causa dell’ira dei parenti di una paziente deceduta.
Pene severe e videosorveglianza in ospedale
Per contrastare il fenomeno, la legge introduce sanzioni severe: chiunque, all’interno di una struttura sanitaria, distrugga, deteriori o danneggi i beni destinati all’assistenza può ora essere punito con una pena da uno a cinque anni di reclusione e con una multa fino a 10.000 euro. Questo tipo di reato è previsto anche in caso di minacce o violenza ai danni di personale sanitario, rendendo più efficace il sistema di sanzioni a tutela della sicurezza.
Inoltre, la legge incoraggia l'installazione di sistemi di videosorveglianza e la regolazione degli accessi negli ospedali. Come auspicato da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, questo sistema di controllo punta a dissuadere potenziali aggressori, garantendo un monitoraggio costante delle aree sensibili. Le telecamere non solo favoriscono una maggiore sicurezza, ma forniscono anche prove che facilitano l'identificazione e l’arresto in flagranza differita dei responsabili.
Risorse limitate: le critiche della sanità e i problemi di applicazione
Tuttavia, mentre il Governo ha espresso fiducia nella nuova legge come risposta tempestiva alle aggressioni, alcuni rappresentanti del settore sanitario hanno sollevato dubbi sull’effettiva implementazione. Secondo Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed, la legge è un passo importante ma richiede ulteriori investimenti in formazione, risorse tecnologiche e organici adeguati. Le disposizioni attuali, infatti, prevedono che le misure siano realizzate con le risorse già disponibili, senza stanziare fondi aggiuntivi, una scelta che secondo Guido Quici potrebbe compromettere l’efficacia dell’intervento. La nuova legge, infatti, introduce una clausola di invarianza finanziaria, che impone di utilizzare le risorse umane, strumentali e finanziarie già disponibili senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Un vincolo che suscita preoccupazioni tra le associazioni di categoria, poiché in assenza di nuovi fondi, la formazione e l’organizzazione necessarie per garantire sicurezza potrebbero rimanere carenti.
Un passo avanti per la sicurezza, ma servono maggiori risorse
Nonostante le limitazioni, il provvedimento rappresenta un passo avanti nella protezione dei sanitari e degli ambienti ospedalieri. Gli operatori sanitari, da tempo vittime di un fenomeno crescente di aggressioni, potranno contare su una maggiore tutela e su misure deterrenti concrete. La legge vuole lanciare un segnale chiaro: chi aggredisce un medico o danneggia una struttura sanitaria non resterà impunito. Tuttavia, affinché queste disposizioni siano davvero efficaci, sarà fondamentale che il Governo e le Regioni prevedano adeguati investimenti per rispondere all'emergenza e alle esigenze di sicurezza dei nostri ospedali.
In definitiva, la nuova normativa sulla sicurezza sanitaria offre una risposta concreta al bisogno di protezione di chi opera in questo settore cruciale, ma l'effettiva applicazione richiede impegno, monitoraggio e risorse dedicate che scarseggiano.