Svolta nella cardiochirurgia: primo trapianto a cuore battente
giovedì 12 dicembre 2024 ore 08:21
Un evento storico nella medicina mondiale è stato scritto a Padova, dove l'equipe di cardiochirurgia dell'Azienda Ospedale-Università ha realizzato il primo trapianto al mondo di cuore battente, segnando un progresso epocale nella medicina. Il paziente, un uomo di 65 anni, sta bene e presto tornerà a casa, dimostrando il successo di una tecnica che promette di rivoluzionare la cardiochirurgia.
La tecnica rivoluzionaria che cambia le regole del gioco
La procedura è stata eseguita dall'Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia diretta dal professor Gino Gerosa. Questo trapianto innovativo è unico perché il cuore è rimasto attivo e pulsante dal momento del prelievo fino all'impianto, eliminando completamente i rischi legati all'ischemia e alla riperfusione.
Tradizionalmente, il cuore del donatore viene fermato, raffreddato e preservato in una soluzione speciale prima di essere impiantato. In questa nuova tecnica, invece, l'organo viene mantenuto in condizioni fisiologiche tramite un macchinario che simula la perfusione sanguigna naturale. Questo dispositivo non solo mantiene il cuore vivo, ma ne estende la vitalità da quattro a otto ore, offrendo nuove speranze per trapianti a lunga distanza.
Secondo il professor Gino Gerosa, questo metodo è una “rivoluzione copernicana”, non solo per la maggiore sicurezza del paziente ma anche per la possibilità di migliorare notevolmente le aspettative di vita dei riceventi. “È un risultato che apre nuove prospettive per la cardiochirurgia mondiale”, ha dichiarato il professore.
Un primato mondiale: Padova al centro della ricerca
Questo straordinario risultato si inserisce nella lunga tradizione di eccellenza della cardiochirurgia padovana. Già nel novembre 1985, sotto la guida del professor Vincenzo Gallucci, Padova ha visto il primo trapianto di cuore in Italia. Più recentemente, nel maggio 2023, la stessa equipe del professor Gerosa ha eseguito il primo trapianto in Italia da donatore a cuore fermo.
“È un lavoro di squadra e il merito è condiviso con tutto il personale dell'ospedale”, ha affermato il professor Gerosa, che ha voluto ringraziare anche i familiari del donatore per il loro gesto di grande generosità. Il direttore dell'Azienda Ospedale, Giuseppe Dal Ben, ha sottolineato come questo risultato metta ancora una volta Padova al centro della scena mondiale della ricerca medica.
Perché è una rivoluzione anche etica
Oltre agli incredibili benefici clinici, questa innovazione è accompagnata da un aspetto etico importante. La tecnica del trapianto a cuore battente non modifica le consolidate regole per l’espianto degli organi, che avviene solo dopo l'accertamento legale del decesso del donatore. Il cuore viene semplicemente trattato in modo diverso per garantirne una migliore conservazione.
Questo approccio offre vantaggi straordinari:
- migliore conservazione dell'organo: il cuore resta in condizioni ottimali durante il trasporto;
- riduzione dei danni ischemici: l’organo riceve ossigeno e nutrienti costantemente;
- successo del trapianto aumentato: in particolare per donatori e riceventi distanti.
Inoltre, questa tecnologia amplia le opportunità per pazienti con condizioni critiche, dove ogni dettaglio può fare la differenza tra il successo e il fallimento del trapianto.
Un futuro di nuove speranze
Questo straordinario traguardo dimostra come innovazione, ricerca e lavoro di squadra possano trasformare la medicina. Le parole del presidente del Veneto, Luca Zaia, riassumono l’orgoglio e l’importanza di questo evento: “È stata scritta una pagina indelebile nella storia della cardiochirurgia internazionale”.
Il fatto che il cuore possa battere fuori dal corpo umano può lasciare straniti, ma attraverso questa nuova tecnica di trapianto è possibile raggiungere più efficacemente pazienti distanti, poiché il tempo aggiuntivo richiesto non compromette l'integrità dell'organo. Inoltre, aumenta le probabilità di successo negli impianti su pazienti con condizioni delicate, dove ogni dettaglio risulta cruciale per la riuscita dell’intervento.