Crisi sanitaria italiana: l'allarme della Fondazione GIMBE
sabato 26 ottobre 2024 ore 11:34
La Fondazione GIMBE, presieduta da Nino Cartabellotta, è un’organizzazione che opera con l’obiettivo di migliorare la sanità pubblica in Italia attraverso la ricerca e l’analisi di dati sanitari, indipendente e trasparente. I rapporti annuali GIMBE rappresentano uno strumento fondamentale per valutare lo stato della sanità pubblica e portare all’attenzione delle istituzioni criticità e raccomandazioni. Il rapporto di qualche giorno fa rivela problemi strutturali profondi, specialmente in merito ai fondi destinati alla sanità pubblica e alla carenza di personale, e sottolinea l’urgenza di un piano concreto per il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Indice
- bilancio 2025: fondi sanitari insufficienti e aspettative disattese
- personale sanitario e accesso ai servizi: un sistema al limite
- prevenzione e spesa sanitaria a carico delle famiglie: una spia d’allarme
- proposte e richieste della Fondazione GIMBE per salvare il SSN
- riflessioni conclusive
Bilancio 2025: fondi sanitari insufficienti e aspettative disattese
Secondo il rapporto, il Disegno di Legge per la Manovra 2025 promette un aumento dei fondi per il SSN, portando il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) a € 136,5 miliardi. Tuttavia, Cartabellotta critica come questi fondi siano inadeguati, con incrementi reali molto più contenuti rispetto a quanto annunciato. Dal 2026, infatti, si tornerà ai livelli pre-pandemia, senza un supporto progressivo e sostenibile per il futuro. Questa visione fa apparire il SSN in ripresa, ma nasconde una situazione allarmante: un incremento reale di solo € 1,3 miliardi per il 2025, contro i € 3,5 miliardi promessi. L’assenza di un supporto strutturale per la sanità spinge le Regioni al limite, costringendole a tagliare servizi o ad aumentare le tasse.
Personale sanitario e accesso ai servizi: un sistema al limite
Uno degli aspetti più critici del rapporto riguarda il personale sanitario, con medici e infermieri insufficienti a coprire i bisogni della popolazione. La “corsa alle assunzioni”, fortemente voluta dal Ministro della Salute, è bloccata dalla mancanza dei fondi necessari, mentre turni e retribuzioni inadeguate spingono molti professionisti ad abbandonare il SSN. Solo a partire dal 2026 si prevede un leggero incremento delle indennità per medici e infermieri, che potrebbe comunque risultare tardivo rispetto all’attuale crisi motivazionale del personale.
Il rapporto GIMBE documenta come la carenza di risorse colpisca anche i servizi essenziali, con ritardi nella messa a disposizione delle prestazioni sanitarie. La differenza tra Nord e Sud è preoccupante: le Regioni meridionali, già svantaggiate, vedono un peggioramento delle condizioni sanitarie, mentre molti cittadini sono costretti a spostarsi per accedere a cure adeguate.
Prevenzione e spesa sanitaria a carico delle famiglie: una spia d’allarme
Una delle osservazioni più gravi riguarda il crollo delle spese per la prevenzione e l’incremento della spesa sanitaria a carico delle famiglie. Dal 2023, circa 4,5 milioni di persone hanno rinunciato a cure necessarie per motivi economici o per i lunghi tempi di attesa, dimostrando come il sistema stia perdendo la sua vocazione universalistica. Mentre la spesa sanitaria pubblica italiana rimane sotto la media UE, quella delle famiglie aumenta vertiginosamente, segnando un +10,3% nel solo 2023.
Proposte e richieste della Fondazione GIMBE per salvare il SSN
In risposta a questa situazione, il rapporto GIMBE include un piano di rilancio che propone interventi strutturali per evitare il collasso del sistema sanitario. Tra le misure proposte: un maggiore supporto economico, una riorganizzazione delle risorse esistenti e una valorizzazione del personale sanitario. La fondazione invoca un “patto politico e sociale” per dare nuova linfa al SSN, superando divisioni ideologiche e garantendo un diritto alla salute più equo per tutti.
Riflessioni conclusive
Il 23 dicembre 1978, il Parlamento italiano approvò la legge 833, istituendo il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) come realizzazione concreta dell’articolo 32 della Costituzione. Questo sistema pubblico di sanità, fondato sui princìpi di universalità, uguaglianza ed equità, garantisce cure accessibili a tutti grazie al finanziamento dalla fiscalità generale. Negli anni, il SSN ha ottenuto risultati ammirabili e continua a essere considerato un modello internazionale, un riferimento che ci ha sostenuti anche durante la crisi pandemica.
Tuttavia, negli ultimi anni, la tenuta del SSN è diventata una delle questioni più urgenti per milioni di italiani, evidenziata dai numerosi sondaggi che collocano la sanità tra le priorità nazionali. Lunghi tempi di attesa, carenza di medici e disuguaglianze regionali pesano sulla vita dei cittadini, specialmente delle fasce più deboli. Migrazioni sanitarie e aumento delle spese a carico delle famiglie testimoniano un sistema che, se non supportato da azioni concrete, rischia di avvicinarsi al punto di non ritorno. Dal 2013, la Fondazione GIMBE ha lanciato l’allarme, avvertendo che il collasso del SSN non sarebbe stato improvviso, ma simile al lento sgretolarsi di un ghiacciaio.
Negli anni, questa previsione si è avverata: i princìpi fondamentali di universalità e accesso equo sono stati progressivamente erosi. L’assenza di investimenti ha lasciato spazio a compromessi con l’industria privata e a un modello di sanità orientato al mercato, dove le cure rischiano di essere privilegio di chi può permettersele. Di fronte a questo scenario, GIMBE ha sviluppato un Piano di Rilancio, e attraverso report e iniziative come la rete civica #SalviamoSSN, si impegna per sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza di preservare un sistema sanitario pubblico equo e accessibile a tutti.
La Fondazione GIMBE ha lanciato un allarme chiaro, con il suo ultimo rapporto: senza interventi strutturali e investimenti mirati, il Servizio Sanitario Nazionale rischia di crollare. La situazione attuale è critica e richiede un impegno trasversale di tutti i soggetti coinvolti, inclusi i cittadini, che devono riconoscere l’importanza del SSN per la propria salute e per la coesione sociale del Paese.